Mercoledì 23 Agosto 2023

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Modena, Giardino Ducale Estense

ore 21.00

LINGUA MADRE
ROCCO SCOTELLARO
Il poeta degli ultimi

Introduce Roberto Galaverni

Testo di Stefano Valanzuolo

Interventi in voce di Alessandro Casaletto

Letture di Nicole Millo

Interventi musicali di Ensamble Meridies

ROCCO SCOTELLARO, IL POETA DEGLI ULTIMI, RACCONTATO NEL GIARDINO DUCALE ESTENSE DI MODENA.

Mercoledì 23 agosto appuntamento con Poesia Festival dedicato al “poeta contadino” Rocco Scotellaro, a cento anni dalla sua nascita. Introduce Roberto Galaverni, testo di Stefano Valanzuolo, interventi in voce di Alessandro Casaletto, letture di Nicole Millo. Interventi musicali di Ensamble Meridies.

Lingua madre: Rocco Scotellaro, il poeta degli ultimi; così si intitola l’appuntamento promosso da Poesia Festival mercoledì 23 agosto, alle ore 21:00, nella cornice del Giardino Ducale Estense di Modena, dedicato al celebre poeta, scrittore e attivista politico nato a Tricarico (Matera) il 19 aprile 1923. L’intervento introduttivo di Roberto Galaverni sarà seguito dalla lettura del testo di Stefano Valanzuolo, con gli interventi in voce di Alessandro Casaletto e le letture di Nicole Millo, insieme per una prima nazionale in cui si sentirà il racconto della vita del poeta lucano attraverso le parole di sua madre e i suoi stessi testi.

Nato in un’umile famiglia del sud Italia, ben consapevole della situazione disumana in cui sopravviveva la civiltà contadina nella prima metà del Novecento, Rocco Scotellaro prese a cuore i problemi del meridione e sin dall’inizio della sua attività politica (nel 1946, all’età di ventitré anni, già sindaco di Tricarico) si dedicò quasi esclusivamente allo sradicamento di quelle fonti di malessere secolare quali carenze igienico-sanitarie e povertà estrema.

Nel 1950 venne accusato di concussione, truffa e associazione a delinquere dai suoi avversari politici e per questo costretto al carcere per 45 giorni. Assolto con formula piena ma profondamente provato dalla dura esperienza, Scotellaro abbandonò l’attività politica per dedicarsi maggiormente a quella letteraria, sempre mettendo in primo piano il suo impegno per i diritti del popolo meridionale. Ed è proprio con versi concreti e aspri, di una cantabilità popolare che riesce ad allacciarsi a tutte le esperienze più avanzate della poesia contemporanea, che Scotellaro riuscì a veicolare l’impegno intellettuale e sociale che lo contraddistinse.

Nelle raccolte È fatto giorno. 1940-1953 (Mondadori, 1954) e Margherite e rosolacci. 1941-1953 (Mondadori, 1978), Scotellaro narra, con uno stile originale e inconfondibile, la vita che si vive nei campi, la fatica dei contadini del Sud, l’astuzia dei ladri di bestiame, la semplicità dei popolani, la vita dei piccoli abitati rurali e lo fa con quella efficacia e credibilità propria di chi ha mantenuto i contatti con la sua terra e non ne ha mai perso le radici. Ma l’avvento della guerra, la lontananza dai propri luoghi d’origine e dunque la nostalgia di casa fanno sì che i versi dell’autore lucano diventino sempre più severi e critici, spogliati di ingenuità e leggerezza.

Oltre che come prolifico autore di poesie, Scotellaro è ricordato per il romanzo L’uva puttanella, (Bari, 1964), probabilmente concepito in carcere; la raccolta di racconti Uno si distrae al bivio, (Roma-Matera, 1974); l’indagine sociologica Contadini del sud (Bari, 1954, incompiuta); l’opera teatrale Giovani soli (Matera, 1984).

Tutte le opere di Scotellaro furono pubblicate postume, data la scomparsa così precoce dell’autore, a soli trent’anni.

Stefano Valanzuolo, nato a Napoli, è iscritto all’Albo Nazionale dei Giornalisti dal 1985.
Dal 1989 è critico musicale del quotidiano Il Mattino, dal 1998 firma recensioni, interviste e servizi speciali per la rivista musicale Amadeus. Pubblica saggi e note di sala per le principali istituzioni musicali italiane ed è conduttore-inviato del programma “Radio3 Suite”. Tra le altre collaborazioni, spiccano quelle con il mensile Sistema Musica e Alias, inserto culturale del quotidiano Il Manifesto. È fondatore e Direttore del Festival MozArt Box (Palazzo Reale di Portici) sin dalla prima edizione (2005). Dal 2008 al 2015 ricopre il ruolo di Direttore generale e artistico del Ravello Festival. 

Nicole Millo, figlia dell’attore Achillo Millo, a soli 8 anni ha esordito nel cinema con il film Roma di Federico Fellini, regista che incontrerà nuovamente anni dopo sul set di Ginger e Fred. Ha debuttato in numerose produzioni del Teatro Argentina di Roma con tournée in Italia e all’estero, Oreste di Euripide diretto da Luigi Squarzina, Qui comincia la sventura del Signor Bonaventura di Sergio Tofano. Oltre ad aver ricoperto ruoli importanti in diversi sceneggiati e radiodrammi, ha partecipato a numerosi programmi con lettura di poesia e prosa e ha prestato la sua voce per doppiaggi e documentari. Da circa 15 anni vive in Basilicata dedicandosi allo studio ed alla lettura della poesia, impegno che le ha consentito la realizzazione di recitals, tra cui Lucania nel cuore su liriche di Sinisgalli e Scotellaro.

Gli interventi musicali sono a cura dell’Ensamble Meridies, gruppo fondato da Gioacchino De Padova nel 2000, composto da strumentisti e cantanti attivi da molti anni nel campo della musica del ‘600 e ‘700. Con organico variabile di voci, archi e fiati, si è esibito in numerosi festival di musica antica nazionali, proponendo composizioni in prima esecuzione moderna. L’interesse principale del gruppo è rivolto alla musica italiana. Nel 2002 è stato pubblicato il primo lavoro discografico del gruppo, O Golpe Suave, che raccoglie un’inedita antologia di Arie italiane conservate nell’Archivo Arzobispal de la Catedral Metropolitana de Guatemala. Il CD ha riscosso un importante successo di critica per la vivacità dell’esecuzione e la cura del suono e dell’apparato musicologico.