Poesia Festival 2016

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Il ruolo dei ragazzi, dei giovani, dovrebbe essere di attività, di partecipazione; ma anche di un certo distacco, di critica disincantata verso gli slogan che pretendono di concentrare la verità e il sapere in parole e che sono poi una brutta perversione della poesia, come certi slogan politici che finiscono per somigliare a quelli commerciali. Credo anche che la poesia abbia un certo valore di demistificazione.
Le strutture oppressive tendono a rendere il discorso umano sempre più povero e stereotipato, si giovano della ripetitività all’infinito. Il discorso poetico, con la sua diversità, la sua “stramberia”, la sua non collocabilità, dovrebbe avere una importante funzione proprio per il suo carattere di “gioco”: un gioco che non si risolve in sé, ma rimette in questione la radice originale del linguaggio e, quindi, l’uomo stesso.
Non credo, come certi poeti, che cambiando il linguaggio si cambi l’uomo; ma che mettendo in rilievo le anomalie, la imprevedibilità, la poliedricità inesauribile del vissuto così come si rivelano nella poesia, si porti l’uomo a confronto con se stesso facendolo uscire dagli stereotipi a cui lo si obbliga.

(Andrea Zanzotto)