Venerdì 25 Agosto 2023

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Zocca, Teatro Punto.com

ore 21.00

VITO

Legge
Tonino Guerra, Cesare Zavattini, Raffaello Baldini

Interventi musicali di

Matteo Ferrari (flauto)
Andrea Candeli (chitarra)

VITO LEGGE TONINO GUERRA, CESARE ZAVATTINI, RAFFAELLO BALDINI.

Venerdì 25 agosto presso il Teatro Punto.com di Zocca, un omaggio all’Emilia-Romagna e ai suoi poeti più rappresentativi. Accompagnato dagli interventi musicali di Matteo Ferrari (flauto) e Andrea Candeli (chitarra), Vito leggerà i testi di Tonino Guerra, Cesare Zavattini e Raffaello Baldini.

Venerdì 25 agosto alle ore 21:00, presso il Teatro Punto.com di Zocca, un appuntamento da non perdere con Vito e i testi di tre grandi poeti emiliano-romagnoli. Protagonisti saranno infatti i versi di Tonino Guerra, Cesare Zavattini e Raffaello Baldini, in costante dialogo tra poesia, cinema e vita. 

Tonino Guerra (1920-2012, Santarcangelo di Romagna) poeta, scrittore e sceneggiatore romagnolo di fama internazionale. Figlio di contadini, durante la Seconda guerra mondiale venne deportato in Germania e qui iniziò a comporre i primi versi in dialetto, incoraggiato dai compagni di prigionia e dalla nostalgia di casa. Nell’immediato dopoguerra pubblicò la sua prima raccolta di poesie in dialetto, I scarabócc (F.lli Lega, 1946) a cui seguirono I Bu. Poesie romagnole (Rizzoli, 1972), pietra miliare nella sua opera letteraria, Il miele. Poema (Maggioli, 1981) e Il viaggio (Maggioli, 1986). Esordì come prosatore nel 1952 con il racconto La storia di Fortunato, edito da Einaudi. Pubblicò cinquanta libri fra racconti e poesie, vincendo numerosi premi: il Pirandello, il Pasolini, il Gozzano, il Nonino, il Carducci e il Comisso. 

Dai primi anni ’50 si è dedicato alla sceneggiatura e ha scritto per i più grandi registi dell’epoca: Vittorio De Sica, Michelangelo Antonioni, Federico Fellini, i fratelli Taviani, Elio Petri, Mario Monicelli, Francesco Rosi, Theo Anghelopulos e Andrej Tarkovskij. Oltre 120 i film da lui sceneggiati, da L’Avventura di Antonioni ad Amarcord di Fellini, vincitore del Premio Oscar. Nella sua lunga carriera ha collezionato quattro David di Donatello, tre candidature all’Oscar, l’Oscar Europeo del Cinema come Miglior Sceneggiatore e una Palma d’Oro a Cannes.
Artista multidisciplinare, ha espresso i temi della sua poesia nelle più diverse forme artistiche, compresa l’arte pittorica, a cui si è dedicato dal 1989, quasi settantenne. 

Cesare Zavattini (1902-1989) nasce a Luzzara, in provincia di Reggio Emilia. Scrittore, soggettista, pittore, nel 1935 comincia il proprio rapporto con il cinema firmando il soggetto di Darò un milione, per la regia di Mario Camerini. In seguito, collabora con Mario Bonnard e Alessandro Blasetti prima di iniziare un lungo e prolifico sodalizio con il regista Vittorio De Sica, che frutterà alcuni capolavori del neorealismo (Sciuscià, Ladri di biciclette, Miracolo a Milano, Umberto D.). Tra le altre sue sceneggiature di rilievo, ricordiamo quelle per Domenica d’agosto di Luciano Emmer, Prima comunione di Blasetti, Bellissima di Luchino Visconti e Roma ore 11 di Giuseppe De Santis.

Raffaello Baldini (1924-2005) nasce a Santarcangelo di Romagna. Nel Caffè Trieste di proprietà familiare insieme ad altri giovani intellettuali della sua città dà vita a “E’ circal de’ giudéizi” (“Il circolo del giudizio”), così come ironicamente chiamato dai concittadini. Fra gli altri, a questo circolo culturale parteciparono Tonino Guerra, Gianni Fucci e Nino Pedretti. A partire dagli anni Sessanta, inizia la sua carriera di scrittore: nel ’67 pubblica Autotem, una piccola opera satirica; la raccolta dialettale É solitèri (“Il solitario”) nel 1976, che gli valse il Premio Gabicce. Vinse inoltre il Premio Viareggio nel 1988 con Furistír (“Forestiero”), per la prima volta assegnato ad una poesia in dialetto, e il Premio Bagutta nel ’95 con Ad nòta (“Di notte”).

Vito, pseudonimo di Stefano Bicocchi, è un comicoattore e conduttore televisivoSi forma alla scuola di Teatro di Alessandra Galante Garrone di Bolognainsieme a Patrizio Roversi e Syusy Blady; con loro parteciperà, col personaggio Vito, alla formazione del Gran Pavese Varietà, spettacolo cult degli anni Ottanta a Bologna. Lo stesso gruppo approda in televisione con programmi che hanno segnato la strada della comicità televisiva degli anni a venire. Vito attraversa il cinema partendo da Fellini con La voce della luna, a cui seguono Radiofreccia di Luciano Ligabue, Asini con Claudio Bisio, L’uomo che verrà di Giorgio Diritti, Bar Sport e tanti altri. Notevole il suo impegno in teatro, dove dà vita a una “poetica della bassa” con personaggi ispirati alla “lunarietà”, descritti da Guareschi, Zavattini e Fellini, ridando vita a maschere quali Bertoldo e Don Camillo.