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Dedicato a Giorgio Caproni e alle sue montagne, con Michele Serra, Enerbia e Giovanna Zucconi

Dedicato a Giorgio Caproni a Poesia Festival '15

A volte i luoghi di elezione non sono solo quelli di nascita. Alcuni si incontrano nel percorso della vita e si amano senza riserve. È stato così anche per Giorgio Caproni (1912 – 1990), uno dei principali poeti italiani del Novecento. Nativo di Livorno, ha immortalato la sua città natale nei versi del libro Il seme del piangere, e ha dipinto un’altra città importante per la sua biografia come Genova nel volume Il passaggio di Enea. Ha scelto poi Roma come città per gli anni della maturità e fino alla fine della sua esistenza. Tuttavia, un pezzo di cuore era rimasto altrove, in un luogo nel quale oggi riposa assieme alla moglie. Si tratta della Val Trebbia, un territorio che, seguendo l’omonimo fiume, si snoda tra le province di Genova e Piacenza.

L’amore di Caproni per questi luoghi sarà al centro dello spettacolo di chiusura di Poesia Festival, che si terrà domenica 27 settembre alle 18 alla Rocca Rangoni di Spilamberto. Dedicato a Giorgio Caproni è un recital dedicato al poeta con protagonisti l’autore e giornalista Michele Serra e gli Enerbia, formazione musicale che propone il repertorio dell’Appennino nord-occidentale, la zona cosiddetta delle “Quattro Province”, e con la partecipazione della giornalista Giovanna Zucconi.

Da cosa nasce l’amore di Caproni per questa parte di Appennino boscosa e appartata? Nel settore genovese della valle, e più precisamente nel paese di Rovegno fu maestro elementare della piccola scuola del paese nella seconda metà degli anni Trenta, conoscendo durante la sua permanenza anche Rina Rettagliata, che sposò nel 1938. Allo scoppio della guerra Caproni venne arruolato e inviato sul fronte delle Alpi marittime. L’armistizio dell’8 settembre lo colse invece a Loco, frazione di Rovegno, e Caproni, davanti al rischio di venire arruolato nelle milizie della Repubblica di Salò, decise di aggregarsi alle formazioni partigiane svolgendo essenzialmente civili («senza sparare nemmeno un colpo» ricorda il poeta). Nell’ultimo periodo della guerra fu l’unico maestro della scuola di Loco e svolse il compito di commissario del comune di Rovegno («qualcosa come sindaco» diceva lui stesso).

Dopo la fine della guerra si trasferì a Roma dove continuò a insegnare e divenne un’importante figura del panorama letterario, collaborando con testate giornalistiche e case editrici e pubblicando alcuni dei libri più importanti per la poesia italiana del secondo Novecento. Tuttavia la val Trebbia rimane la meta delle vacanze estive, durante le quali Caproni amava fare lunghe passeggiate fra i boschi – e proprio in questo scorcio di Appennino ligure è stato creato un sentiero dedicato al poeta.

Una corrispondenza “sentimentale” con questo angolo appartato d’Italia che ha lasciato tracce anche nell’opera di Caproni. È del 1938 il volume di poesie Ballo a Fontanigorda, che richiama nel titolo uno dei paesini che si trova lungo la SS 45 che attraversa la valle. Da questo libro ecco un piccolo assaggio dei versi dedicati da Caproni a queste montagne e a un abitante speciale: la moglie Rina.

Nei tuoi occhi è il settembre
degli ulivi della tua cara
terra, la tua Liguria
di rupi e di dolcissimi
frutti.

Sopra i monti spaziosi
le poche case disperse
invidiano il colore caldo
della tua pelle, all’ora
che fa nostra ancora per poco
la terra.

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